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العنوان
Il binomio vita-morte in ”Diceria dell’untore” e ”Argo il cieco, ovvero i sogni della memoria” :
المؤلف
Ahmed, Wardshan Mostafa.
هيئة الاعداد
باحث / وردشان مصطفي أحمد
مشرف / ربيع محمد سلامة
مشرف / نادين مكرم يعقوب واصف
تاريخ النشر
2017.
عدد الصفحات
184 p. ;
اللغة
الإيطالية
الدرجة
ماجستير
التخصص
الأدب والنظرية الأدبية
تاريخ الإجازة
1/1/2017
مكان الإجازة
جامعة عين شمس - كلية الألسن - اللغة الإيطالية
الفهرس
Only 14 pages are availabe for public view

from 183

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Abstract

Nell’introduzione si analizza la formazione letteraria e culturale di Gesualdo Bufalino, osservando le ragioni dello scrivere dell’autore comisano e evidenziandone gli argomenti principali del mondo letterario di Bufalino.

Il primo capitolo si concentra sui primi due romanzi di Bufalino, intitolati rispettivamente Diceria dell’untore e Argo il cieco, ovvero i sogni della memoria in cui lo scrittore analizza i concetti di vita e di morte, penetrando a fondo nella tematica della malattia psicologica dell’uomo moderno. Il tema della malattia è stato da sempre esaminato nella letteratura italiana. Nel secondo Novecento sono numerose le opere che trattano questo argomento. Nonostante la tubercolosi, dopo la seconda metà del XX secolo, fosse ormai diventata una malattia curabile e di cui quasi nessuno s’ammalava più, alcuni scrittori sia italiani sia europei si sono soffermati a scrivere su questo argomento. La tubercolosi in Diceria dell’untore diventa, così, non soltanto una malattia del corpo, ma anche segno di un male più profondo, quello che colpisce l’anima.
Il secondo punto del capitolo primo parla del sentimento d’angoscia e della fratellanza in Diceria dell’untore e Argo il cieco, analizzando innanzitutto il perchè della presenza di questo inevitabile senso di morte radicato e profondo nell’indole siciliana. D’altronde, per Bufalino, accanto all’argomento della morte, dunque, è particolarmente legato il tema dell’amore, per oscuri legami. Bufalino ha una visione tutta sua dell’amore: per lui il sentimento d’amore si fa più dolce e più rasserenante quando l’amore è concluso. L’amore nell’ottica bufaliniana per tanti aspetti è la vita stessa. E come la vita, l’amore crea spavento e stupore, ma anche delizia, mentre oscuri e solenni sono i rapporti con la morte.
Nelle opere di Bufalino l’amore splende quando finisce di ardere. Sembra un paradosso, ma Bufalino crede che sia proprio così. L’amore è quello che ci resta dentro, è quel che rimane in noi quando l’amore, la realtà della sua illusione, finisce, si consuma. Un esempio a tal riguardo è la storia d’amore del protagonista di Diceria con Marta, l’esile ballerina che ha abbandonato il mondo dei vivi verso la fine del racconto.
Nel terzo punto ci si dedica ad un’analisi approfondita della tematica della memoria, servendosi soprattutto dei primi due romanzi di Bufalino, Diceria dell’untore e Argo il cieco. La poetica di Bufalino si basa essenzialmente sul tema della memoria che è presente nel suo primo romanzo, «Diceria dell’untore». Il narratore-protagonista, raccontando la sua storia e quella delle persone a lui care, vorrebbe riportare in vita l’esperienza che ha vissuto.

Il secondo capitolo si sofferma sull’analisi della tecnica narrativa bufaliniana attraverso le caratteristiche linguistiche e quelle del personaggio bufaliniano, esaminando il paesaggio siciliano rappresentato dettagliatamente nei due romanzi di studio, oltre alla tecnica del flash back e del metaromanzo.
Nel secondo capitolo si analizza innanzitutto le caratteristiche principali del linguaggio bufaliniano. Bufalino è, infatti, ossessionato dalla parola. La sua predilezione per lo stile alto, barocco, ricco di sostantivi, aggettivi, figure retoriche, dove predomina il linguaggio figurato, dimostra la minuziosa attenzione alla costruzione del discorso. Partendo da questa constatazione possiamo richiamare l’attenzione su tre aspetti della scrittura di Bufalino. E per quanto riguarda le caratteristiche dei personaggi buafaliniani, essi, in realtà, hanno due aspetti contrapposti. Il personaggio per lui, è un portavoce di se stesso e una creatura autonoma: da una parte, i suoi personaggi sono macchine intelligenti, capaci di uscirgli di mano e di vivere la vita propria, dall’altra sono a volte portavoci della propria esperienza di vita.
Quanto alle dimensioni spaziali, lo stesso Bufalino esalta l’importanza del paesaggio inserendolo tra i personaggi e le tematiche delle sue opere: «Perfino il paesaggio diventa personaggio e si adegua al sentimento di clausura e d’assedio che è così caro all’autore. Oltre a ciò, in vari romanzi di Bufalino si nota appunto, la frequenza degli inserti metaletterari e degli apparati paratestuali, che diventano spesso occasione di riflessione sulla creazione artistica, atteggiamento tipico di Bufalino, soprattutto in Argo il cieco, ovvero i sogni della memoria. Accanto alla tecnica narrativa del metaromanzo, Bufalino in Argo il cieco si è servito di un’altra tecnica assai importante, quella del flash back. Un altro aspetto importante è che la scrittura diventa terapeutica, non perchè guarisce, ma perchè placa l’infelice anima dell’autore aiutandolo a ricordare i momenti in cui pure era stato felice.

In fine, vi è la conclusione che racchiude tutti i risultati della tesi.