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العنوان
Il linguaggio del telegiornale (il TG) dal 2011 al 2014:
المؤلف
Shehata, Rahma Sharawy.
هيئة الاعداد
باحث / Rahma Sharawy Shehata
مشرف / Sawsan Aly Zein El Abedin
مشرف / Nermin Abd Al Hamid
مناقش / Nermin Abd Al Hamid
تاريخ النشر
2017.
عدد الصفحات
267p. :
اللغة
الإنجليزية
الدرجة
ماجستير
التخصص
اللغة واللسانيات
تاريخ الإجازة
1/1/2017
مكان الإجازة
جامعة عين شمس - كلية الألسن - Italian Language
الفهرس
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Abstract

Riassunto della tesi
Tra le varie trasmissioni televisive, si sono selezionati i telegiornali
(TG) come un possibile specchio della lingua trasmessa. È il programma
televisivo più notevole, un simbolo della televisione stessa; costituisce, per
la maggior parte della popolazione, il principale strumento di conoscenza
del mondo perché proferisce un servizio informativo gratuito, offrendo
un’immagine della realtà. L’obbiettivo che la tesi si è prefissata è quello di
condurre un’analisi della costruzione dei notiziari e alla descrizione del
linguaggio utilizzato, verbale e non verbale, e degli elementi che spingono
il telespettatore a proseguire la narrazione della notizia.
Formano il corpus della tesi, incluso dal 2011 al 2014, 926 notizie di
vari TG e varie pagine notiziarie (politica estera ed interna, economia,
moda, salute, cultura, cronaca, ecc.) per garantire la varietà delle notizie:
TG1,TG3, TGL,TG LA7, TG Italia due, Askanews ed Euronews.
La tesi si snoda lungo due capitoli fondamentali, oltre a
un’introduzione nella quale ho dato cenni brevi sull’evoluzione del
linguaggio televisivo e il ruolo svolto dalla televisione-guida nel
cambiamento dell’italiano e l’unificazione del linguaggio in ambienti legati
al dialetto; in più, ho accennato il ruolo della tv nell’insegnamento
dell’italiano e la sua diffusione, dando degli esempi di programmi
pedagodigi, come: Parlare, leggere, scrivere di Tullio De Mauro, Umberto
Eco e Piero Nelli, L’ha detto la tivvù, condotto da Michele Mirabella e
Luca Serianni e il Pronto soccorso linguistico, curato da Francesco
Sabatini.
Inoltre, ho messo in rilievo gli esordi e sviluppi del TG e la sua
progettazione. In aggiunta, ho sentito l’importanza di esibire il carattere
distintivo del TG: il linguaggio non verbale, perciò ho dimostrato
succintamente che le immagini ed il sonoro si imprimono durevolmente
nella mente del televedente, facilitando la decodificazione del messaggio
del notiziario.
Nel primo e nel secondo capitolo, ho sentito la necessità di discutere,
in modo argomentativo, vari punti su cui si differenziano i pareri dei
linguisti. Alla fine di ogni punto, ho registrato i risultati cui sono arrivata,
rafforzati con le cifre e le statistiche per evitare i giudizi fortuiti
ingiustificati.
Il primo capitolo è dedicato all’analisi linguistica del linguaggio del
TG sotto due aspetti: l’aspetto sintattico e quello morfosintattico.
Analizzanndo l’aspetto sintattico, ho messo in evidenza una
caratteristica essenziale del TG, quella della prevalenza del principio di
economia e semplicità del linguaggio, che corrispondono alla breve durata
della trasmissione telegiornalistica. Queste caratteristiche sono realizzate
sia tramite il ricorso alla brevità costruttiva, alla monoproposizionalità e
alla limitata frequenza di ipotassi, sia attraverso la prevalenza dello stile
nominale nei titoli e nel corpo della notizia.
Ho accennato oltracciò alla focalizzazione attraverso cui il TG mette
alla luce alcuni elementi dell’enunciato, ricorrendo sia alla dislocazione, sia
alla frase scissa, mettendo così nel primo posto dell’enunciato l’elemento
più importante da mettere a fuoco per la sua importanza e la capacità di
attivare l’attenzione del telespettatore.
Nel primo capitolo, ho messo in chiaro altri aspetti morfosintattici
del TG. Analizzando il modo del verbo, ho registrato il dibattito svolto
sull’uso dell’indicativo ed il congiuntivo: alcuni studi credono nella morte
del congiuntivo a favore dell’indicativo, considerando l’uso di quest’ultimo
una caratteristica del good news writing perché è il modo della realtà. Altri,
invece, affermano la tenuta del congiuntivo nella voce del giornalista con i
suoi vari valori. Mettendo al vaglio il mio corpus, ho segnalato che l’uso del
congiuntivo è una scelta personale che dipende dal parlante stesso, dal suo
rispetto alle regole grammaticali e dalla sua abilità a coniugare
correttamente il verbo al congiuntivo. In aggiunta, ho registrato l’uso del
congiuntivo in vari casi e con molteplici valori.
In più, ho dedicato una parte all’analisi del condizionale che si usa
per esprimere dubbio o notizie non confermate.
In aggiunta, la tesi tratta lo studio dei tempi del verbo, registrando l’uso
crescente del tempo presente, con i suoi vari impieghi, in quanto,
trasmettere immediatamente le notizie, è fra le peculiarità del TG. La tesi
mette in chiaro pure la prevalenza del passato prossimo su quello remoto e
l’uso del trapassato in proposizione principale o in periodo
monoproposizionale.
Il primo capitolo include oltracciò uno studio profondito sull’uso dei
pronomi: pronomi personali, pronome dativale gli, il pronome ci con le
sue varie funzioni, ed in fine i pronomi dimostrativi neutri.
Il secondo capitolo si verte su due aspetti: lessicale e stilistico. Nel
sistema lessicale, ho messo in evidenza l’uso dei quattro –ismi:
generecismi, dialettismi, tecnicismi, stranierismi, registrando nuovi risultati
sugli ultimi due .
Ho dedicato, pure, una parte della tesi al frasario telegiornalistico,
registrando i vocaboli factotum e ripetuti in modo maldestro e mettendo
l’accento sull’uso particolare di alcuni avverbi e la loro posizione
nell’enunciato.
In aggiunta, ho dato spazio ai segnali discorsivi tipici del parlato, i
quali hanno la funzione dell’interpunzione nella lingua scritta e
garantiscono il mantenimento del rapporto interattivo basato tra il
conduttore e il telespettatore.
Ho registrato l’aumento ricorso del TG allo stile nominale sul piano
lessicale per creare densità e incisività, assicurando una comunicazione
rapida di struttura periodale relativamente semplice e d’effetto. Questa
rapidità si realizza attraverso molteplici forme: sintagmi preposizionali,
locuzioni, verbi con collocazione nominale, parole derivate e parole
composte.
Per quanto concerne la stilistica, pure l’esposizione dell’aspetto
stilistico è di carattere argomentativo; così ho messo a confronto i diversi
pareri dei linguisti sull’allontanamento o il ricorso del TG al linguaggio
retorico: enfasi e figure retoriche.
Messo al vaglio il corpus del TG nella sua totalità, ho trovato, infatti,
che tale linguaggio è di uso medio. Ciò comparisce nella frequenza della
monoproposizionalità e della brevità della costruzione tipica dell’oralità,
nell’uso del che polivalente, nel ricorso alla frase scissa e alla dislocazione,
nella prevalenza del pronome ci al posto del tradizionale vi, nella presenza
cospicua dello stile nominale, con tutte le sue forme, per garantire la
rapidità del discorso, nella presenza dei segnali discorsivi e nell’uso
equilibrato delle parole passe-partout e quelle di tipo formale; oltre alla
rilevanza dei prestiti che rendono il TG al corrente con il mondo
globalizzato, all’uso persistente degli intercalari tipici del parlato insieme
alle varie forme interattive e al mantenimento delle figure retoriche nella
notizia messa in onda.