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العنوان
La prosa pasoliniana Studio linguistico-stilistico di :
المؤلف
Elsayed, Mai Emad Eldin Shabaan.
هيئة الاعداد
باحث / مي عماد الدين شعبان السيد
مشرف / أشرف سعيد منصور
مشرف / إيمان جلال السيد
تاريخ النشر
2017.
عدد الصفحات
267 p. :
اللغة
الإيطالية
الدرجة
الدكتوراه
التخصص
اللغة واللسانيات
تاريخ الإجازة
1/1/2017
مكان الإجازة
جامعة عين شمس - كلية الألسن - اللغة الإيطالية
الفهرس
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Abstract

Com’è indicato dal titolo, la presente tesi vuol essere uno studio linguistico e stilistico di: “Una vita violenta” di Pier Paolo Pasolini, considerato capolavoro delle opere di Pasolini che l’ha portato al massimo della fame internazionale dopo essere stato tradotto in undici lingue e oggetto di continue ristampe.
La tesi, suddivisa in tre capitoli, comincia con l’Introduzione che è dedicata ad analizzare due punti essenziali che aiutano a capire quest’opera. Il primo punto è la Vita che rappresenta una coincidenza nelle sue opere e che studia il panorama generale in cui ha vissuto Pasolini, l’influenza del ruolo della sua famiglia, i suoi studi, i suoi trasferimenti essenziali e la loro influenza sulle sue opere. Il secondo punto il Neorealismo viene descritto come un filone, esso viene adoperato da Pasolini nella scrittura di questa opera per capire le caratteristiche della sua scrittura.
Il primo capitolo, intitolato Ideologia e lingua, è composto da tre punti importanti e in ognuno di questi cerca di presentare un legame tra l’ideologia di Pasolini e la sua lingua. Il primo punto, Ideologia, in cui si presenta al lettore i motivi che hanno influenzato la lingua di Pasolini e il suo rapporto essenziale tra la sua lingua e tra la società in cui viveva, il significato del romanzo secondo l’autore e la sua scoperta di Marx, i quali influenzarono il suo pensiero. Vedremo come questi elementi per Pasolini hanno un ruolo evidente nella scrittura, nella scelta delle borgate come l’ambiente del suo romanzo, nella sua decisione di usare il linguaggio vero e proprio dei suoi protagonisti.
Il secondo punto di tale capitolo, intitolato Pasolini critico, cerca di presentare un altro lato di Pasolini, il lato critico. Pasolini non è solo scrittore, poeta e regista, ma è anche critico. È uno dei critici molto importanti del Novecento grazie ai suoi due libri intitolati “Passione e ideologia” (1960) e “Empirismo eretico” (1972) pubblicati da Garzanti. Pasolini è riuscito a offrire al lettore tutti i suoi interventi per quanto riguarda la lingua e la letteratura del Novecento, in questi libri che possono essere considerati l’asse portante di tutta la sua ricerca. Passione e ideologia raccoglie l’attività delle questioni letterarie condotte da Pasolini nel periodo dal 1948 al 1958 con cui cerchiamo di sottolineare alcune di queste elaborazioni. Empirismo eretico è diviso in tre parti - lingua, letteratura e cinema – che testimoniano la maggior parte delle opinioni di Pasolini riguardanti alcuni questioni linguistiche molto importanti.
Il terzo punto, ha come titolo La lingua di Pasolini, è diviso in tre punti con cui cerchiamo di analizzare lo sviluppo della lingua di Pasolini attraverso le sue opere. Il primo punto si intitola Pasolini poeta che si tratta di presentare le sue iniziative di scrivere poesie, il motivo per cui ha scelto il friulano come lingua delle sue poesie e l’importanza delle sue poesie di lingua friulana.
Il secondo punto del terzo punto si intitola Pasolini prosatore in cui offriamo lo sviluppo della lingua di Pasolini narratore attraverso lo studio delle due fasi importanti per la sua scrittura. La prima fase è conosciuta con la scrittura dei suoi romanzi romani Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959) famosi per l’uso del dialetto romanesco delle borgate romane. La seconda fase si rappresenta con la scrittura di Petrolio pubblicato nel 1992 – che viene chiamato il “libro incompiuto” a causa della morte dell’autore stesso 1975 – quest’opera viene caratterizzata dall’uso di Pasolini di una lingua diversa dal resto delle sue opere, una lingua simile a quella dei saggi e articoli giornalistici.
Il terzo punto è Pasolini regista cinematografico in cui presentiamo i motivi per cui Pasolini ha deciso di cambiare tecnica e passare dalla letteratura al cinema. Qui possiamo notare come Pasolini definisce la lingua del cinema descrivendola come la lingua della realtà.
Il secondo capitolo intitolato Aspetti lessicali è suddiviso in quattro punti. Il primo è Panorama generale che parla del reticolo linguistico entro cui Pasolini ha scritto il presente romanzo e ha analizzato la funzione della lingua con cui si aiuta a realizzare la creazione letteraria e per perpetuare una documentazione storica. Si studia anche la questione della lingua come uno dei problemi che Pasolini affronta, i registri usati nel presente romanzo, l’importanza del dialetto nella rappresentazione del materiale umano dello scrittore e i motivi per cui ha scelto il dialetto.
Il secondo punto di tale capitolo è il Dialetto con cui offriamo un cenno storico per capire la storia del dialetto romanesco ed è seguita da un’analisi molto sviluppata che riassume l’importanza del dialetto romanesco usato nel presente romanzo e il suo ruolo per descrivere la realtà rendendolo un romanzo reale e vero. Esso si conclude con uno studio dettagliato degli aspetti fonetici, lessicali e morfologici del romanesco spiegati e analizzati attraverso esempi estratti da Una vita violenta.
Il terzo punto del secondo capitolo è il Gergo in cui presentiamo una definizione del gergo, l’importanza del gergo secondo Pasolini e le opinioni dei critici per quanto riguarda l’uso di Pasolini del gergo dei suoi protagonisti. Si continua con uno dei motivi per cui Pasolini ha fatto questa scelta linguistica oltre a presentare al lettore alcune delle voci gergali usate nel romanzo e spiegate attraverso esempi. Si conclude con la rappresentazione dei neologismi gergali presentati per la prima volta nel romanzo di Pasolini con il loro significato.
L’ultimo punto del secondo capitolo è il Pastiche che si tratta della meravigliosa fusione fatta da Pasolini tra lingua standard, gergo e dialetto e i motivi per cui Pasolini ha usato questo metodo.
L’ultimo capitolo di questa tesi è intitolato Aspetti stilistici è diviso in quattro punti. Il primo punto è Lo Stile indiretto libero con il quale studiamo la definizione del discorso indiretto libero, la sua presenza nella narrativa, la duplice natura linguistico-stilistica, la trattazione di alcuni linguisti come Herczeg e Cane, i motivi per cui Pasolini l’ha usato e le sue funzioni attraverso gli esempi.
Il secondo punto è l’Alterazione con cui cerchiamo di determinare la funzione in cui Pasolini l’ha utilizzata attraverso un’analisi grammaticale sostenuta con gli esempi.
Il terzo punto è le Figure retoriche in cui studiamo una parte molto importante dello stile di Pasolini, analizziamo le diverse figure retoriche usate nel romanzo attraverso uno studio supportato con gli esempi.
L’ultimo punto del terzo capitolo è le Citazioni dalle canzoni che è considerato come uno specchio culturale che riflette le influenze linguistiche e stilistiche di questa epoca sui giovani di Pasolini. Si tratta di un’analisi di alcune canzoni cantate dai protagonisti di Pasolini e che rappresentano i borgatari e le loro condizioni economiche e culturale.
Alla fine della tesi, la Conclusione riassume i risultati di questo lavoro.